Il punto sui ritardati pagamenti della P.A.

Pubblichiamo quanto tratto sull’argomento dall’ Audizione del Ministro dell’Economia Tria in Parlamento

 “Negli ultimi anni sono state varate importanti misure per fronteggiare il problema dei ritardati pagamenti dei debiti commerciali verso privati da parte delle pubbliche amministrazioni (PA). Dal 2013 sono stati stanziati 56,3 miliardi per il pagamento dei debiti scaduti; a luglio 2017 risultano pagati debiti per circa 45,5 miliardi.

Tali risorse hanno ridotto gradualmente lo stock di debiti arretrati e i tempi di pagamento. Lo stock è sceso, secondo le ultime stime di Banca d’Italia, dagli oltre 90 miliardi di fine 2012 ai 57 miliardi di fine 2017; circa il 50 per cento di questo ammontare, secondo la stessa Banca d’Italia, sarebbe di natura patologica e attribuibile a ritardi.

Altri passi avanti sono stati fatti con l’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica verso la PA e con l’istituzione, presso il Ministero dell’economia e delle finanze, della Piattaforma per il monitoraggio dei crediti commerciali (PCC), che raccoglie informazioni sulle fatture e sui tempi di pagamento.

Dalla rilevazione effettuata attraverso la PCC emerge che nel 2016 i tempi medi di pagamento sono stati pari, in media, a 62 giorni. Tuttavia, quasi un quarto dei debiti contratti nel 2016, a fine anno non era ancora stato pagato, il dato è inoltre riferito a meno della metà delle PA, quindi le più virtuose, che comunicano i dati sui pagamenti, è pertanto verosimile attendersi che i tempi medi effettivi siano ben più lunghi (il Ministero dell’economia e delle finanze stima 64 giorni).

La direttiva 2011/7/UE (cosiddetta Late payment directive) fissa in 30 giorni il termine per i pagamenti delle PA, elevabili a 60 per la sanità. La Commissione europea ha deferito l’Italia, a tre anni dall’apertura della procedura d’infrazione, alla Corte di giustizia per i «ritardi sistematici» dei pagamenti alle imprese da parte della PA.

Occorre una nuova azione per superare il fenomeno, agendo su due fronti:

1. Smaltimento integrale dei debiti scaduti;

-ampliare gli attuali meccanismi di compensazione tra i crediti certificati verso la PA (Stato, Regioni e province autonome, enti locali ed enti del SSN) e somme dovute in base agli istituti deflattivi del contenzioso tributario ed i debiti iscritti a ruolo (attualmente limitati ai debiti affidati all’agente della riscossione entro il 31 dicembre 2016);

-introdurre un meccanismo che consenta alle imprese, anche avvalendosi di Cassa Depositi e Prestiti e coinvolgendo il sistema bancario, di scontare a condizioni vantaggiose i crediti commerciali certificati dalla PA debitrice, con particolare riferimento a quelli che siano scaduti da un certo numero di giorni. (un meccanismo simile fu introdotto con il decreto-legge n. 66 del 2014 ma con operatività limitata e spiazzata nelle fasi iniziali da alcuni ostacoli normativi);

-realizzare un meccanismo di compensazione universale tra i crediti commerciali vantati verso la PA e le somme dovute titolo di tributi, statali o locali, risultanti dalle dichiarazioni fiscali.

2. Efficientare la PA per rispettare i termini della Late payment directive.

-istituzione di team specializzati per le complesse procedure dei pagamenti;

-attribuzione ad un unico soggetto all’interno di ciascuna PA (anche con l’ausilio del team di cui sopra) della responsabilità per tutto il ciclo degli acquisti: dalla stipula dei contratti di fornitura, alle autorizzazioni di spesa, fino al pagamento. In tal modo, il responsabile potrà adempiere i propri obblighi in modo tempestivo, ovvero risponderne agli organi preposti al controllo;

-adeguare le sanzioni per i funzionari pubblici e stabilire intervento sostitutivo dello Stato in ultima istanza e per i casi più gravi e reiterati di inerzia”.

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